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La Campagna Salentina: tutti i colori dell’autunno

di — in Storie del Salento

17 Novembre 0
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Un cielo azzurro luminoso e profondo è il tempo ideale per una passeggiata rigenerante in uno dei tanti tratturi nella campagna salentina, facendosi accarezzare da un venticello fresco di tramontana che pulisce il cielo da ogni foschia.

Quello che preferisco, parte dalle vicinanze della Cappella di San Niceta adiacente al cimitero di Melendugno, in località Mercurieddrhu (dall’omonima masseria) e procede in direzione di Acaya. Si tratta dei resti di una delle vie più antiche del Salento che univa Roca con Acaya e Lecce.

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Passeggiando accanto a piccole foreste verde argento di ulivi secolari dalle forme contorte si possono scorgere contadini che, dall’inizio di novembre, sono intenti nella raccolta delle olive, la maggior parte delle cultivar locali (Ogliarola, Cellina) hanno il picciolo molto tenace per cui non si possono raccogliere facilmente scuotendo gli alberi, come in altre zone della Puglia, ma bisogna raccoglierle dopo che sono cadute a terra o su dei teli.

Quando ero bambino le olive si raccoglievano a mano, una per una, dentro panieri di giunco intrecciati, un lavoro faticoso e paziente … quando mi stancavo mi rifugiavo sui rami più alti degli alberi da cui riuscevo a scorgere il mare

Ogni tanto i sentieri sono fiancheggiati da verdi Lecci, imponenti querce che lasciano finalmente cadere le loro ghiande e ai piedi delle quali si trovano saporiti funghi di lizza.

Se siete fortunati troverete anche i ruscioli, ovvero i corbezzoli, bacche rosse dal sapore dolce e granulare, che crescono in cespugli molto spesso insieme ad altre essenze della macchia mediterranea come il Mirto e il Lentisco.

frutti del salento

frutti dimenticati: i rusciuli

Per una piccola pausa, fate come i contadini che si preparano delle saporite pucce di pane, aperte solo da un lato e scavate per togliere tutta la mollica e riempite di cicorie selvatiche cotte nella loro stessa acqua e condite solo con un pò di olio di oliva, di un bel giallo intenso e maturo. Solo prodotti a chilometri zero naturalmente, il pane era prodotto in casa, l’olio era quello ottenuto con le proprie olive e le cicorie selvatiche si raccoglievano in campagna.

Spesso questi pasti frugali erano consumati all’interno di grigie costruzioni in pietra, i furnieddhrhi, se ne possono ammirare di tutte le forma e grandezze e possono essere ancora oggi un occasionale riparo se si è sorpresi da una pioggia improvvisa o per un pò di fresco durante le assolate giornate estive.

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Accompagnate il pasto con un buon vino novello rosso. In questi giorni è il benvenuto su tutte le tavole dei salentini, infatti nel giorno di San Martino, l’11 novembre, l’occasione è buona per far festa con arrosti vari e castagne accompagnate da un buon novello di negromaro.

Buona passeggiata a tutti!

Antonio De Giorgi